30 giu 2025

L'Avvocato Ascanio Amenduni a "Crime": Tra Giustizia per le Forze dell'Ordine e Responsabilità Collettiva

30 giu 2025

L'Avvocato Ascanio Amenduni a "Crime": Tra Giustizia per le Forze dell'Ordine e Responsabilità Collettiva

La puntata di "Crime" del 30 giugno 2025, trasmessa su PoliticalTv, ha visto tra i suoi ospiti l'avvocato Ascanio Amenduni, il cui contributo è stato fondamentale per analizzare due casi di cronaca che hanno scosso l'Italia. L'avvocato Amenduni ha offerto una prospettiva critica e propositiva sulla protezione legale delle forze dell'ordine e sul ruolo della società nella prevenzione del crimine.

Nel discutere il tragico omicidio del carabiniere Carlo Le Grottaglie, ucciso il 12 giugno 2025 durante il suo ultimo giorno di lavoro, l'avvocato Amenduni ha espresso profonda ammirazione per il sacrificio del militare. Ha sottolineato il grande esempio dato da Le Grottaglie, che ha sentito il dovere di inseguire i rapinatori in fuga pur essendo all'ultimo giorno di servizio. Amenduni ha posto un quesito centrale: come possono i tutori dell'ordine, che rischiano la vita ogni giorno, essere maggiormente protetti dall'ordinamento e dalla giurisdizione? Amenduni ha definito l'indagine automatica nei confronti di agenti che usano la forza nell'adempimento del dovere un "atto dovuto" ma "veramente spiacevole", che pone l'operatore nella condizione di scegliere tra il processo penale e l'adempimento del dovere.

La sua principale proposta è l'implementazione di un "sistema filtro". Questo sistema prevederebbe che un pubblico ministero, magari specializzato in incidenti simili, valuti caso per caso l'opportunità di avviare un'indagine, evitando l'automatismo attuale. L'avvocato ha sottolineato come la coscienza civica provi "un turbamento" nel vedere un tutore dell'ordine sottoposto a tale travaglio, specialmente quando l'uso della forza appare proporzionato, a differenza di casi di "eccesso" come gli eventi di Genova. Ha argomentato che il progresso del diritto spesso si manifesta proprio a seguito di "incidenti" e "disastri" come quello che ha coinvolto Le Grottaglie.

Amenduni ha auspicato una modifica legislativa che, analogamente alla riforma sulla legittima difesa di cinque anni fa, instauri una presunzione di proporzionalità o innocenza per chi agisce per difendere i cittadini istituzionalmente. Questo dovrebbe impedire l'iscrizione automatica al registro degli indagati e consentire un'iscrizione "a ragion veduta" dopo una pre-istruttoria. L'avvocato ha evocato l'immagine di "mani che non tremano" per le forze dell'ordine, paragonando la situazione a quella di amministratori e medici che hanno visto interventi legislativi a loro favore per garantire serenità nell'esercizio delle loro funzioni. Una legislazione più protettiva, secondo Amenduni, non solo riduce la possibilità di errori, ma accresce anche la serenità di chi ci protegge. Ha inoltre criticato la situazione attuale dove i colleghi degli agenti devono avviare raccolte fondi per sostenere le spese legali, definendo la cosa "immorale".

In un'altra discussione relativa a un omicidio tra vicini avvenuto a Galatone l'11 febbraio 2025, l'avvocato Amenduni ha concordato con il concetto di "banalità del male" di Agnes Heller, ribadendo che anche nei delitti più efferati può esserci una quota di normalità. Ha fortemente sostenuto l'importanza delle "barriere di ridondanza" nella società, affermando che ogni individuo ha il dovere di contribuire a frapporsi ad azioni delittuose o insane, senza lasciare la responsabilità unicamente a servizi sociali o forze dell'ordine. Amenduni ha citato l'esempio di Fidene, dove il presidente di un poligono di tiro è stato condannato perché un soggetto con un arsenale di munizioni ha potuto portare via un'arma senza adeguata custodia, evidenziando come "ognuno deve fare il suo" per costituire una barriera. Questo concetto di rete sociale attiva è fondamentale per una comunità che si definisce civile e che non si nasconde di fronte al "male".

L'intervento dell'avvocato Ascanio Amenduni ha, dunque, evidenziato la necessità di un quadro normativo più tutelante per chi opera a difesa dello Stato e l'urgenza di una maggiore partecipazione civica nella costruzione di una società più sicura e responsabile.