Il volo partito da Bari per Djerba si schiantò in mare, nelle acque davanti Palermo, nel tentativo di ammaraggio fatto dai piloti. 16 i morti, di cui 14 pugliesi, 23 i feriti. Accertata una catena di errori umani.

Le responsabilità accertate dalla magistratura, le condanne diventate definitive, ma a 20 anni da quel 6 agosto del 2005 rimane una grande amarezza. Dal pilota al direttore generale della compagnia Turinter, sette le persone condannate per il disastro aereo di Capo Gallo, in cui morirono 16 persone, di cui 14 pugliesi e un assistente di volo tunisino. 23 i feriti. Una catena di errori sommati l'uno all'altro, come ha accertato il processo. Di fronte a quelle difficoltà, i piloti scelsero di tentare l'ammaraggio nelle acque vicino Palermo, ma l'aereo si frantumò in tre tronconi. La maggior parte morì nell'impatto, altri otto annegando. Nel servizio l'intervista ad Ascanio Amenduni, avvocato di parte civile per l'associazione ‘Milano Linate 8 ottobre per non dimenticare’.