
10 ott 2025
Ex Ilva, entro fine anno la sentenza sullo stop alla produzione

10 ott 2025
Ex Ilva, entro fine anno la sentenza sullo stop alla produzione
Ex Ilva, entro fine anno la sentenza sullo stop alla produzione.
A Milano il processo sulla causa intentata da cittadini e associazioni di Taranto che chiedono di fermare la fabbrica dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Ue.
Nuova puntata al Tribunale di Milano del processo per la causa intentata da un gruppo di cittadini di Taranto e dall'associazione Genitori Tarantini contro l'ex Ilva. Chiedono lo stop alla produzione sulla base di una sentenza di giugno 2024 della Corte di Giustizia Ue che ha stabilito che un impianto industriale debba essere fermato se nocivo alla salute e all'ambiente. La sentenza del Tribunale milanese è attesa entro l'anno. "Dopo la sentenza della Corte Ue - ha detto l'avvocato Ascanio Amenduni che rappresenta cittadini e associazione - nel dubbio circa l'esistenza di pericoli per la salute, il dubbio deve giovare all'impresa o ai residenti a Taranto? Si deve essere pro reo o pro vittime? Tra produzione industriale e salute umana, nel dubbio chi deve prevalere?". L'avvocato ha chiesto al Tribunale che "l'esecuzione deve essere preventiva e che nelle more si deve sospendere l'esercizio dell'impianto per evitare che produca altri danni e crei altri pericoli". "Prevediamo un paio di mesi per la sentenza. Di udienze non ce ne
saranno più, il commento dell'altro avvocato, Marco Rizzo Striano. Da parte dei legali dell'azienda, si apprende, è stato ribadito che la nuova
Autorizzazione integrata ambientale recepisce i principi della sentenza della Corte UE, tant'è che nell'iter della nuova Aia, così come prevede il nuovo
percorso della procedura, si è tenuta presente la Valutazione di impatto sanitario presentata dall'azienda. Inoltre, è stato detto, "come evidenzia Arpa
Puglia nella relazione sulla qualità dell'aria, nel 2024, così come negli ultimi anni, tutti i valori della città di Taranto sono entro i limiti del decreto legislativo numero 155 del 2010. E anche Legambiente, nel rapporto 'Malaria', sostiene che Taranto non è assolutamente una città inquinata, senza
escludere che l'ex Ilva di Taranto è uno dei siti più controllati in assoluto", è la posizione degli avvocati dell'azienda.
Proprio perché era in corso l'udienza al Tribunale di Milano e si riteneva fondato, da parte del Mimit, il rischio di un'interruzione produttiva del siderurgico, e considerato che l'ex Ilva aveva un'Aia in proroga scaduta ad agosto 2023, negli ultimi mesi è stato accelerato l'iter di rilascio della
nuova Aia che si è concluso a luglio scorso. Questa nuova Aia, per il Mimit, è anche un provvedimento "ponte" in vista della futura decarbonizzazione della fabbrica e il passaggio ai forni elettrici in sostituzione degli altiforni. La nuova Aia però autorizza per 13 anni gli attuali altiforni a carbone a produrre un massimo di 6 milioni di tonnellate di acciaio e per questa ragione i movimenti ambientalisti si accingono ad impugnarla al Tar, ricorrendo contro il ministero dell'Ambiente, chiedendone l'annullamento.
